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INNOVAZIONE SOCIALE

Infermiere di famiglia: a Sedico 70 persone fragili assistite in sei mesi

20 maggio 2024 

Attraverso l'introduzione di questa nuova figura, il progetto del Comune di Sedico punta a fornire un’assistenza socio-sanitaria a 360 gradi in grado di mettere in rete e valorizzare le risorse del territorio

Attraverso l’introduzione di questa nuova figura, il progetto del Comune di Sedico punta a fornire un’assistenza socio-sanitaria a 360 gradi in grado di mettere in rete e valorizzare le risorse del territorio

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Sono passati solo sei mesi da quando il Comune di Sedico (Belluno) ha lanciato il progetto pilota che ha portato all’introduzione dell’infermiere di famiglia e ora è già tempo di bilanci. L’iniziativa, sostenuta da Fondazione Cariverona attraverso il bando Domiciliarità integrata, sta riscuotendo un ottimo successo.

Ad oggi sono state assistite a domicilio una settantina di persone, con età compresa tra i 54 e i 94 anni, che vivono in condizioni di fragilità e/o di marginalità sociale. Tra loro c’è chi ha i parenti lontani ed è rimasto solo, chi ha una disabilità fisica o psichica, chi non è autosufficiente o soffre di patologie croniche invalidanti.

“Il progetto pilota ha durata triennale ed è supportato da un partenariato pubblico-privato composto dal Comune di Sedico, dalla Ulss 1 Dolomiti e dalla cooperativa sociale Itaca”

L’iter di presa in carico è semplice e intuitivo. Tutto parte da un’indicazione del medico di medicina generale, dell’assistente sociale o dell’assistenza domiciliare del Distretto di Feltre. A questo punto, ricevuta la segnalazione, interviene l’infermiere di famiglia, che prende appuntamento per una prima visita in casa. Dopo aver valutato i bisogni della persona, viene valutata l’attivazione di altri eventuali servizi.

La seconda visita arriva dopo quattro settimane e quelle successive ogni otto. Se la situazione lo richiede, vengono coinvolti anche medici o assistenti sociali per una valutazione multidisciplinare.

Attività ed eventi

Le attività dell’infermiere di famiglia riguardano prevalentemente l’educazione sanitaria, l’alimentazione, la cura della persona e la rilevazione di eventuali valori. Questa nuova figura svolge poi altre procedure come la misurazione dei parametri vitali, prelievi, iniezioni, semplici medicazioni e colloqui con l’assistito o la sua famiglia.

Proprio per far conoscere l’utilità di questa nuova figura, sono stati organizzati una serie di eventi aperti alla partecipazione di tutti. Il prossimo, dal titolo Anche i piccoli passi fanno la differenza, si svolgerà al circolo di Roe (BL) il 22 maggio alle 17. L’ultimo appuntamento sarà invece L’importanza della sfera sessuale per una vita completa, in programma per il 19 giugno, sempre alle 17, al circolo di Mas-Peron (BL).

Gli obiettivi del progetto

Il progetto di durata triennale è supportato da un partenariato pubblico-privato composto dal Comune di Sedico, dalla Ulss 1 Dolomiti e dalla cooperativa sociale Itaca. Attraverso l’infermiere di famiglia e l’integrazione tra ambito sociale e sanitario, l’iniziativa punta ad ampliare l’offerta attuale e a rafforzare la continuità assistenziale e di presa in carico dei bisogni.

Questo modello di welfare vede il territorio come un insieme di nodi e attori collegati da un reticolo di relazioni e connessioni forti e deboli. In questo sistema, l’infermiere di famiglia diventa una figura essenziale: rappresenta il garante della continuità assistenziale e il principale punto di riferimento per l’assistito, il caregiver e la famiglia in generale. L’obiettivo dell’iniziativa è fornire, quindi, alle persone fragili un’assistenza a 360 gradi in grado di mettere in rete e valorizzare le risorse locali.

Per il bando Domiciliarità integrata

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